Richard Gere sul caso Open Arms: “In Italia mi dissero che salvare i migranti in mare era reato”.
LONDRA (INGHILTERRA) – Richard Gere è ritornato a parlare del caso Open Arms ai microfoni del Guardian. “In quei giorni – ha ammesso l’attore citato dal Corriere della Sera – mi trovavo in Italia per far visita ad un mio amico e gli chiesi di spiegarmi la nuova legge sui migranti. Lui mi risposte che salvare queste persone presto diventerà reato […]. Rimasi davvero deluso, in un Paese profondamente cristiano mi sembrava incredibile“.
“Ho provato vergogna”
In questa lunga intervista Richard Gere ha parlato anche di “vergogna nel vedere quelle persone a bordo della nave […]. Noi abbiamo tanto e non siamo in grado di aiutare i nostri fratelli e sorelli che in quel momento avevano a paura ed erano affamati […]. Sono certo che se gli avessero parlato di un ritorno in Libia, si sarebbero tutti buttati in mare anche a rischio di annegare“.
“In quel momento – ha aggiunto l’attore ai microfoni del Guardian – ho sentito la responsabilità di portare a tutti i migranti tutto l’aiuto possibile“.
Richard Gere e la sua esperienza sulla Open Arms
L’attore ha parlato anche della sua esperienza sulla Open Arms: “Salirci fu davvero complicato. Un uomo aveva dato la sua disponibilità ad aiutarci ad arrivare vicino all’imbarcazione, ma la polizia bloccò tutto minacciandolo del carcere. Avevamo il cibo da portare, ma eravamo senza mezzi per raggiungerli. Fortunatamente poi siamo riusciti a salire sulla nave […]“.
“A bordo quasi nessuno mi conosceva – ha aggiunto – per loro ero un semplice volontario e noi abbiamo portato loro cibo, acqua, ma soprattutto aiuto e speranza […]. Una madre mi ha raccontato di essere stata costretta a concedersi alle milizia per salvare le sue bimbe […]“. Un racconto sicuramente molto forte da parte di Richard Gere sulla sua esperienza a bordo della Open Arms.